lunedì 27 giugno 2016

Piccola eroina di me stessa

Da poco più di una settimana è estate anche per me.
Le ultime settimane di scuola sono state davvero, davvero pesanti; i professori non hanno esitato a farci compiti in classe ed interrogazioni all'ultimo minuto, costringendomi a passare ore e ore legata alla sedia con montagne di esercizi, pagine da studiare e l'ansia di una materia da recuperare. Ce l'ho messa tutta: per l'ultimo compito in classe mi sono preparata davvero tanto, cosicchè la prof di matematica non abbia alcun problema a darmi un 6 pieno, e così è stato.
Mi ci è voluta una settimana per riprendermi totalmente dallo stress scolastico, perché mi hanno spiegato che la fatica esce fuori quando tutto è finito e la testa si rilassa... infatti, tutti i pomeriggi mi assaliva un sonno tremendo che mi costringeva ad andarmene a letto per placare il mio ultra-nervosismo. Ma non ho solamente riposato: la mia gioia e il mio entusiasmo erano (e sono) troppo alti per rinunciare ad uscire, pedalare, correre, camminare. Così ho ricominciato fin da subito, anzi, non ho mai smesso di muovermi.

Il primo giorno ho preso la bici e sono partita. Ero talmente felice da non sentire la fatica, sono partita sorridendo, mi sono arrampicata sulla salita di Contrin verso malga Cherz senza neppure cadere dal sellino...era fame di vita. I blink-182 nelle orecchie (la mia punk-band preferita, il mio simbolo e sinonimo di libertà), e la voglia insaziabile di continuare a salire, di urlare di gioia, come una pazza. Mi sono pure commossa :-)

Domenica, cioè 3 giorni dopo, ero già gasatissima per la prima gara di stagione: preoccupata per la condizione ma contenta di mettermi di nuovo alla prova, ho partecipato alla prima edizione della Vertical Saslench di Campitello (850m D+, 4km), tagliando il traguardo al Rifugio Pertini senza fiato, dopo aver superato 3 concorrenti negli ultimi 30m del percorso. Ho provato tanta felicità e soddisfazione per la prestazione, dato che ho tanto dubitato di me. Alla fine, queste gare sono talmente sfiancanti da... diventare una droga! Eccomi nella foto con la mia amica fassana Giorgia Felicetti, una grande scialpinista nonché atleta di corsa in montagna e vertical :-) ♥

Giovedì scorso è stato spettacolare: dopo giorni di pioggia incessante, finalmente il cielo si è aperto completamente, lasciando spazio ad un azzurro da sogno e un sole più che estivo. Io e Martin siamo ci siamo fatti il Pordoi in bici, il pomeriggio siamo andati ad arrampicare a Pian de Schiavaneis, sotto il Sella. Quanti posti da sogno che abbiamo...e sono tutti da scoprire!

Ieri era domenica. Il meteo non annunciava belle notizie... ma siamo partiti per Mühlwald ugualmente. L'omonima Vertical è partita alle 10 in punto, anche se nessuno sembrava curarsi del cielo, il quale sembrava non promettere nulla di buono. Non avevo neppure superato i 200m D+ quando cominciai a sentire delle goccioline che, velocemente, si sono trasformate in una vera e propria doccia naturale. La pioggia scendeva molto fitta nel bosco, il cuore accelerava e il silenzio attorno ai miei affanni sembrava urlare. Comunque continuavo a salire, senza fare una piega. Per un piccolo pezzo, quando uscii dal bosco, la tempesta si tranquillizzò. ''Eccomi, ci siamo quasi... adesso manca soltanto l'ultimo pezzo, me lo ricordo bene quel labirinto di sentierini tra i rododendri...''. Stavo per arrivare ai 900m D+ quando il ritmo cambiò: incontravo tutti i forti che stavano ormai scendendo, avendo già terminato la gara... ognuno di loro mi incitava, mi chiamava per nome, ero felice, sentivo la voce spesso familiare dei miei amici e non, la quale mi trasmetteva una grande energia. Mi sentivo imbattibile, mi sentivo sola in mezzo a tutta quella gente. La pioggia aveva ricominciato a scendere, ma non mi interessava, sentivo solo i miei muscoli avanzare decisi e pieni di forza. Tagliato il traguardo mi sentii come ogni gara: sollevata, felice, distrutta e nauseata. La discesa per il bosco fu una inevitabile ma divertente lavata di fango, ma per fortuna, prima di pranzo, abbiamo potuto farci una doccia e asciugarci nello spogliatoio vicino al campo da calcio.

Oggi ho lavorato e ho fatto fieno: sono felice. Se c'è una cosa che odio tantissimo è perdere tempo.
Il perché?
Io vivo di endorfine.

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